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Qualità nel settore alimentare
Il comparto agroalimentare sta sviluppando una crescente attenzione alla qualità dei prodotti e dei servizi al fine di soddisfare ai crescenti bisogni di sicurezza e salubrità, unite a connotazioni di tipicità e territorialità, il tutto realizzato nel massimo rispetto dell'ambiente.
Secondo recenti indagini demoscopiche (People SWG, 2001) l'odierna attenzione degli italiani per prodotti alimentari di qualità non è più prerogativa di ristrette cerchie di cultori ed esperti del settore, o a quanti si caratterizzano per un reddito elevato. Sembra piuttosto che nell'opinione pubblica, si sia permeata una crescente sensibilità verso la qualità della vita, che si accompagna ad una più consapevole gestione dei consumi e ad un rinnovato interesse per la salute personale e familiare.
La qualità dei prodotti agro-alimentari ha dunque assunto un peso sostanziale nel processo d'acquisto. Consumatori e produttori sono inoltre concordi nel ritenere che la ricerca della qualità possa rappresentare un importante antidoto contro i pericoli dell'omologazione produttiva.
In questo contesto come può essere definita la "qualità" nel settore agroalimentare? Il concetto di "qualità", nella produzione di alimenti nel senso più ampio del termine risulta molto articolato e per tal motivo, purtroppo, spesso erroneamente usato. Si deve innanzitutto distinguere tra:
Si deve innanzitutto distinguere tra:
- Qualità di prodotto: riferita a caratteristiche qualitative particolari che differenziano un prodotto da un altro della stessa categoria;
- Qualità di sistema: riferita in generale alla capacità del produttore, del trasformatore, del distributore o del rivenditore di produrre alimenti con caratteristiche tali da soddisfare, nel tempo, le aspettative dei clienti.
Entrambi i concetti, comunque, presuppongono implicitamente che sia assicurata l'integrità igienica dell'alimento in questione: in altre parole quando si parla di qualità di prodotto o di sistema in un'azienda alimentare, si dà per scontato che l'alimento o gli alimenti prodotti dall'azienda stessa, non possano nuocere alla salute umana; in caso contrario, infatti, al prodotto non sarebbe lecito associare il termine "alimento".
Ai concetti di qualità sopra riportati sono strettamente connesse le certificazioni (di prodotto o di sistema) rilasciate da enti terzi indipendenti. Pertanto si possono distinguere:
- Certificazioni di prodotto: garantiscono che ciascun prodotto venduto e commercializzato da un'azienda è conforme a specifici requisiti espressamente dichiarati. I prodotti certificati devono comunque possedere delle caratteristiche di peculiarità rispetto ai prodotti dello stesso genere. A loro volta tali certificazioni sono distinguibili in:
- Regolamentate: si intendono quelle disciplinate da disposizioni legislative (in genere di derivazione europea). Ne sono tipici esempi le certificazioni DOP, IGP, STG, legate alla provenienza territoriale, e le certificazione biologiche, legate alle modalità di coltivazione, allevamento, trasformazione delle materie primarie.
- Non regolamentate: basate su disciplinari contenenti i requisiti di prodotto, redatti appositamente dall'azienda. |
- Certificazione di sistema: garantiscono che l'azienda è in grado di soddisfare le aspettative del cliente assicurando che le caratteristiche qualitative del prodotto (che non devono necessariamente essere superiori o diverse rispetto a quelle di prodotti similari) siano effettivamente quelle dichiarate. Tipici esempi sono le certificazioni ISO 9001:00.
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